22.4.08

Farsi capire

Cosa essenziale è farsi capire. Occorre esprimersi con chiarezza, esattezza e semplicità. La semplicità è il risultato visibile della complessità. I due termini non sono l’uno opposto dell’altro, ma si completano. Complesso non vuol dire complicato, semplice non vuol dire facile. Diciamo che qualcosa è complesso, quando possiede una struttura e un progetto che non è evidente, e che è soltanto possibile intuire o ricostruire. Per contro, la parte visibile di qualcosa di complesso ha una forma semplice e riconoscibile. La semplicità si ottiene se i nostri materiali sono prima pensati, progettati, strutturati. La semplicità non è mai casuale, si costruisce. Come?

1. Raccogliere. Reperire i materiali necessari al nostro lavoro: testi, immagini, diagrammi e ogni altra cosa può risultare attinente al tema.
2. Organizzare. Prima cosa è utile stilare una lista. Una lista confusa e disordinata di tutto quello che abbiamo trovato e che può essere utile. Una sorta di lista della spesa. Osservando la lista disordinata, le idee si fanno notare. Nel caos dei dati e delle informazioni, delle immagini e parole, le idee buone e utili al nostro scopo si fanno notare per associazione o per contrasto, cioè si attirano perché simili o si respingono perché opposte. A questo punto iniziamo a collegarle con linee, frecce e asterischi. Un ulteriore passo è quello di annotarle su un altro foglio raccogliendo in cerchi, quadrati, schemi le idee simili e quelle opposte. 3. Strutturare. Occorre preparare l’ordine, la gerarchia e l’articolazione degli argomenti. Scegliamo da quale punto della mappa partire, come sviluppare il lavoro e come concluderlo. Facciamo una scaletta numerata dei punti che tratteremo e in quale ordine. La comunicazione di un testo è più efficace se faremo precedere ogni paragrafo da un titolo.

Immagini tratte da Isolario. Un kit di salvataggio, di Franco Lancio.

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