30.6.08

Ultimo sforzo: esame il 21 luglio!

A chiusura del corso 4crediti, ogni allievo e allieva deve raccogliere i materiali delle sei esercitazioni assegnate in un "libricino" 20x20 cm. Questa è la copertina, nella quale dovete inserire il vostro "segno", ovvero il font (la lettera) che vi è stato assegnato nella 5° esercitazione, e aggiungere il vostro nome, possibilmente con lo stesso font, in corpo 14.

Ecco il layout di ciascuna pagina, che riporta le sei esercitazioni, alcune su doppia pagina. Il formato del libricino chiuso è 21x20 cm, aperto 41x20 cm (1 cm sul bordo sinistro serve per la rilegatura) così può essere stampato in A3.
Per le esercitazioni 02/03/04, a sinistra disponete in grande l'immagine migliore; a destra, in piccolo, inserite le altre.
Stampate il libricino preferibilmente su cartoncino e ripiegate le doppie pagine all’interno, poi rilegate il tutto con una spirale metallica.

Per ottenere i vostri benedetti 4 crediti, l'elaborato dovrà essere consegnato il 21 luglio, alle ore 14.00, in aula S3.1.

24.6.08

4 crediti in tipografia

Il corso 4 crediti ha organizzato una gita in tipografia. Le Officine Grafiche Francesco Giannini in via Cisterna dell'Olio sono un posto affascinante, ricco di storia. Dal 1856 i Giannini sono tipografi ed editori, con sede negli ampi locali dove anticamente si conservava l'olio per la città di Napoli.

I caratteri in piombo per la vecchia linotype, sono stati sostituiti dalle righe di caratteri in gomma. La Heidelberg per la stampa con matrice a rilievo, utilizzata soprattutto per i biglietti da visita e i piccolissimi formati.

Le lastre in zinco per la stampa offset vengono fatte fare da un laboratorio esterno. La maggior parte del lavoro viene fatto dalla Heidelberg Speedmaster, una macchina offset cilindrica a 4 colori. Qui le prove di stampa per verificare la qualità dei colori.

Conoscere come si realizza un libro è un'esperienza fondamentale anche per chi non si occuperà di grafica editoriale. Ringraziamo Giannini e figli per la loro disponibilità e la generosità!

23.6.08

Scarti, in mostra a Forno Vecchio

"Il percorso dell’Asse Mediano è l’occasione per un’indagine sulle perifericità diffuse del territorio metropolitano di Napoli. La chiave di lettura è quella degli scarti: l’ipotesi è che questo territorio rappresenti una zona rimossa della città, che ne raccoglie le parti escluse, ma che contiene allo stesso tempo materiali, soggetti e ragioni che la alimentano e che le appartengono. In un territorio complesso e sfuggente, nel quale i residui di grandi interventi di pianificazione - la 167, il post-terremoto, le grandi opere infrastrutturali - convivono con quelli di una moltitudine di iniziative individuali che dietro l’apparente assenza di regole celano razionalità spesso clandestine, la perifericità si manifesta in tutte le sue declinazioni e la rimozione è un’attitudine consolidata.
Se quello che scartiamo dice qualcosa su quello che scegliamo, allora gli scarti della nostra condizione urbana rivelano, forse, qualcosa del nostro progetto di città. In un momento nel quale il rapporto tra la città eletta e la città scartata è ad un punto di collisione ripartire dagli scarti può servire a mettere in discussione i confini tra due realtà che si immaginano contrapposte e a riconoscerne le relazioni, a ricostruire una storia ombra del territorio portando in luce il rimosso che spaventa la città visibile eppure le appartiene."

Scarti. Fuoriasse è uno dei lavori presentati la scorsa settimana da Fabrizia Ippolito, realizzato nell'ambito di Napoli Assediata, progetto che ha coinvolto artisti, ricercatori e architetti in una ricognizione sul territorio attraversato dall’Asse Mediano nella provincia di Napoli, a cura di Giuseppe Montesano e Vincenzo Trione e pubblicato da Pironti. Esposto già nell'aprile 2007 presso l'Istituto Cervantes di Napoli, da oggi sarà in mostra presso la Facoltà di Architettura di Napoli, nella sede di via Forno Vecchio (nel passaggio tra i due cortili).

La cura è di Fabrizia Ippolito, allestimento e grafica sono di Franco Lancio, questo il gruppo di lavoro: Loredana Troise (coordinamento), Caterina Alvino, Laura Bismuto, Annalisa Cassese, Antonello Colaps, Francesca Dell'Aversano, Anna Gallo, Alessia Natalizio, Vincenza Santangelo, Cristina Senatore, Salvatore Vano, Fabrizio Vatieri, Chiarastella Vigilante, Marco Scerbo e Michele Sommella.

Comunicare la ricerca: Fabrizia Ippolito

4 crediti questa settimana ha avuto il piacere di ospitare Fabrizia Ippolito, docente di Tecnica urbanistica presso la Facoltà di Ingegneria della Università della Calabria e di Cinema, fotografia e televisione presso la Facoltà di Architettura della Federico II di Napoli. Fabrizia si occupa di Paesaggio contemporaneo e molte sue ricerche sono frutto di una collaborazione tra diverse competenze, come nel caso delle fotografie a cura di Peppe Maisto e della grafica e comunicazione, curate da me. La comunicazione della ricerca viene pensata già all'inizio del progetto e ne diventa parte integrante. Come si struttura un progetto di ricerca e come si comunica è stato appunto il tema della lezione.
Tra i lavori presentati, in rete si trova qualcosa su La città precaria e Sila, Inerzie. Un altro articolo interessante di Fabrizia è Realismi visionari, sulla rivista online Arch'it, con foto di Francesco Iodice.

Progettare un libro: Francesca Bazzurro



Anche un libro per bambini è un progetto che mette insieme più competenze. Francesca Bazzurro, illustratrice milanese ospite di 4crediti, ha raccontato come sono nati i libri della collana De ville en ville, guide/carnet di viaggio di città per bambini, frutto della collaborazione con Orith Kolodny, architetto e grafica. I primi due, dedicati a Berlino e Tel Aviv, sono stati recentemente premiati alla Fiera del libro di Bologna e presentati anche a Napoli, nell'ultima Galassia Gutenberg.
Altri suoi libri che abbiamo sfogliato insieme sono quelli nati dalla collaborazione con Giovanna Zoboli delle edizioni dei Topi Pittori. Con Francesca abbiamo anche guardato molte sue illustrazioni pubblicate sulle riviste Domus e Abitare.
Nel mio blog In viaggio col taccuino ho pubblicato diversi post su Francesca.

16.6.08

Per una ecologia del Power Point: Enrico Rebeggiani

Enrico Rebeggiani, docente di Agire economico in rete presso il corso di laurea in Culture digitali e della comunicazione alla Facoltà di Sociologia della Federico II di Napoli, è stato gradito ospite del corso 4 crediti. Enrico si occupa degli aspetti economici e sociali della rete e di comunicazione (qui il suo blog). Ha parlato, fondamentalmente, di buone e cattive presentazioni, fornendoci indicazioni utili per una “ecologia" del Power Point, uno strumento molto usato e così spesso usato male.
John Maeda, Seth Godin, Guy Kawasaki, Edward Tufte sono solo alcuni degli autori citati come buoni esempi di comunicazione.
Altri link utili sull'uso delle presentazioni in Power Point sono un pdf nel sito di Luisa Carrada: scrivere le slides, il blog Presentation zen, e questa sezione nel sito di Dave Gray.

9.6.08

Josef Albers. Interazione del colore



Al corso si parla di colori. Non possiamo farlo senza citare questo prezioso libro di Josef Albers, Interazione del colore:

"Nella percezione visiva, un colore non viene quasi mai visto come è nella sua realtà fisica. Questo fa sì che il colore sia il mezzo più relativo in campo artistico. Per poter usare il colore efficacemente, è necessario sapere che esso inganna di continuo. Allo scopo di dimostrare ciò, il punto di partenza non è uno studio dei sistemi cromatici; per prima cosa si dovrebbe imparare che uno stesso colore produce innumerevoli possibilità percettive.

Invece di applicare meccanicamente o semplicemente dare per scontate leggi e regole sull'armonia del colore, vengono quindi prodotti diversi effetti di colore, attraverso il riconoscimento dell'interazione del colore, facendo in modo per esempio che due colori molto diversi sembrino uguali fra loro o quasi uguali. Lo scopo di uno studio come questo è sviluppare, attraverso l'esperienza e gli errori, l'occhio per il colore. In particolare ciò significa sia saper vedere l'azione del colore, sia sentire la relazione reciproca fra i colori. (...)

Se si dice rosso e ci sono cinquanta persone che ascoltano, ci si può tranquillamente aspettare che abbiano in mente cinquanta tipi di rosso e si può essere sicuri che tutti questi rossi saranno diversi e, anche quando un determinato colore è quello che sicuramente tutti hanno visto innumerevoli volte, essi continueranno a pensare a molti rossi diversi l' uno dall' altro".

Di che colori sei? (E.06)

Non è facile trovare la giusta combinazione di colori! Adobe Kuler è uno straordinario sito in cui è possibile trovare migliaia di combinazioni di colori e permette di creare delle palettes personalizzate. Ciascun allievo/a, dovrà:
1. collegarsi al sito http://kuler.adobe.com;
2. registrarsi;
3. creare la propria tavolozza a partire da una sua foto della città;
4. pubblicarla;
5. riportare sulla scheda ricevuta il titolo della tavolozza ed i valori in rgb e cmyk.
Buon lavoro!

2.6.08

The art of looking sideways

Il libro di Alan Fletcher The Art of Looking Sideways è una straordinaria ed inesauribile guida alla consapevolezza visiva, una indescrivibile miscela di aneddoti, citazioni, immagini e cose bizarre che offrono una meravigliosa visione personale del caos della vita moderna.
In 72 capitoli, Fletcher descrive un viaggio senza una destinazione, una collezione di frammenti che catturano il senso di un mondo che semplicemente contiene troppe informazioni. Mescolando caratteri, spazi, font, alfabeti, colori e layout, combinati con uno sguardo curioso per lo strano ed il profondo, realizza un libro non da leggere, ma da sperimentare.

L'alfabeto di Alan Fletcher

I Greci furono i primi probabilmente a sposare la scrittura con la parola. In origine essi SCRVVNSLCNCNSNNT e senza separare le parole. Successivamente, per aiutare la pronuncia, essi inventarono le vocali AEIOU e usarono gli spazi per separare le parole. Così lo scioglilingua precedente diventava SCRIVEVANO SOLO CON CONSONANTI. Le culture successive tagliarono e cambiarono l’alfabeto, aggiungendo ed eliminando lettere ed adattando differenti glifi e suoni. Spurius Carvilius Ruga (circa 230 a.C.) inventò la G aggiungendo un tratto alla C. La W fu creata nell’XI secolo negli scriptoria combinando una U ad un’altra U, cosi da avere una doppia U (perché W?). Nel medioevo la j fu ottenuta estendendo la i. Lettere inventate più tardi come la X, la Y e la Z furono aggiunte alla fine dell’alfabeto. L’italiano usa ancora le 21 lettere dell’alfabeto latino, ma l’inglese poliglotta ne ha acquisite 26. Con questi 26 caratteri è possibile pronunciare 403.000.000.000.000.000.000.000.000 parole. A voi la scelta. Le lettere maggiormente usate sono e, a, i, o, n, l, r, t, s, c. Jean Cocteau asseriva maliziosamente che anche una grande opera di letteratura altro non è che un alfabeto in disordine. I nomi delle lettere derivano dal suono originale dell’oggetto rappresentato dalla lettera. Ad esempio, la A è chiamata A perché è come i Fenici pronunciavano “ALEPH”, il loro termine per bue. Ma perché diciamo b, ci, di, e, e poi gi, e poi acca? La sequenza da A a Z fu stabilita quando le lettere venivano usate per contare. A stava per uno, B per due, C per tre e così via. Quando arrivavi alla Z, ripartivi raddoppiando i segni, AA, ecc. Il primo ricordo di un ordine alfabetico è il Salmo 37, dove i versi seguono la sequenza dell’alfabeto ebraico. Quando nel decimo secolo il Gran Visir di Persia viaggiava, portava con sè la sua biblioteca di 117.000 libri trasportati da 400 cammelli, che camminavano uno dietro l’altro in ordine alfabetico. Non si sa se per autore o per soggetto.
La gente famosa muore in ordine alfabetico, come si legge nelle epigrafi dei monumenti funebri? Io sono l’ALPHA e l’OMEGA, il primo e l’ultimo, l’inizio e la fine (Apocalisse di San Giovanni).
Alan Fletcher

L'alfabeto di Victor Hugo

Tutti i caratteri furono in origine segni e tutti i segni furono immagini. La specie umana, il mondo, l’uomo nella sua interezza è nell’alfabeto. L’arte del costruire, l’astronomia, la filosofia, tutte le scienze partono da qui …A è il tetto con le sue travi e la sua catena, l’arco, ed è come due amici che si abbracciano e si stringono la mano. D è il dorso, e B è una D su un’altra D, che è un doppio dorso – la gobba; C è la crescenza, è la luna, E è la fondazione, il pilastro e il tetto – tutta l’architettura è contenuta in una sola lettera. F è la forca, la forchetta, G è il corno, H è la facciata di un edificio con le sue due torri, I è una macchina da guerra che spara proiettili, J è l’aratro, la cornucopia, K è una delle fondamentali leggi della geometria (l’angolo di riflessione è uguale a quello di incidenza), L è la gamba e il piede, M è la montagna o l’accampamento con le sue tende, N è la porta chiusa con una sbarra, O è il sole, P è il facchino con il suo carico, Q è la groppa e la coda, R significa riposo, il facchino appoggiato sul suo bastone, S è il serpente, T è il martello, U è l’urna, V è il vaso (questa è la ragione per cui U e V vengono spesso confuse). Ho già detto cosa significa Y. X significa spade incrociate, che combattono – chi vincerà? Nessuno lo sa – è il motivo per cui i filosofi usano la X per indicare il fato, e i matematici per l’incognito. Z è la luce – è Dio…




Di che segno sei? (E.05)



Costruiamo il nostro alfabeto! A ciascun allievo/a è assegnata una lettera. A voi spetta scoprire a quale alfabeto appartenga. Come fare? Nel sito www.100besteschriften.de troverete una classifica dei migliori 100 fonts (sarà così?). In ogni caso ci troverete il vostro!

Letters are things, not picture of things

Sempre a proposito di caratteri. Questo è il lavoro con cui ho partecipato al concorso per il logo dell'associazione Architecture for Humanity. Eric Gill diceva che le lettere son cose, non rappresentazione di cose (Letters are things, not picture of things). Parafrandolo, in questo caso dico che le lettere son mattoni e non rappresentazione di mattoni (Letters are bricks, not picture of bricks). Il logo si è classificato tra i dieci finalisti.